Storia e Territorio
Insediamenti preistorici nella zona sono testimoniati dalla presenza di una specchia megalitica, dall’area archeologica neolitica di Specchiarosa e dai resti di alcuni tratti di muraglia messapica databile al 1000 a.C. Al periodo romano si fa risalire la nascita del Casale Vigliano dal nome del centurione Vilius. Della dominazione romana resta una diga le cui acque raccolte venivano fatte scorrere fino alla residenza del centurione. Distrutto in epoca barbarica, il casale Vigliano rinacque nell’XI secolo grazie all’impulso dei Normanni ed entrò subito a far parte della Contea di Lecce con il nuovo nome di San Donato. Sul sito della residenza romana venne edificato il castello normanno poi ristrutturato in palazzo signorile nel XVIII secolo dal Barone Pasquale Maiorana.
Nel corso dei secoli fu dapprima feudo della famiglia Vaaz d’Andrada, dei Capece e dei Bonvicini. Passò sotto il dominio dei Ramoros dell’Anos, della famiglia Massa di Lecce ed infine dei signori Maiorana che con il Barone Pasquale acquistarono il titolo di Duca nel 1759.
Il Centro Storico, sviluppatosi a partire dall’XI secolo d.C., si colloca sul dorsone nord-est della Serra Salentina, successivamente al XIX secolo, l’abitato è andato sviluppandosi in tutte le direzioni, ma specialmente al fondo valle di nord-est per effetto della Ferrovia che vi giunse intorno al 1867.
Il paese è servito di stazione ferroviaria sulla tratta Lecce-Maglie.
L’antica Vigliano
Vigliano fu il nome che ebbe questo antico sito sin dall’ epoca romana probabilmente derivatogli dal nome gentilizio VILIUS. Nelle carte catastali viene ancora oggi indicata con il nome di Vigliano, l’area compresa fra via Oberdan, via Aierelli e linea ferroviaria; l’area stessa è collegata al Centro Storico dalla via Vigliano, sulla quale fino al 1900 esisteva la Cappella baronale di Santa Maria di Vigliano.
Vigliano venne distrutta in epoca barbarica e risorse all’arrivo dei normanni con il nome di San Donato, in onore del Santo che si afferma sia stato il Vescovo di Arezzo nel IV secolo.
Gli Insediamenti Preistorici
Insediamenti preistorici nella zona sono testimoniati dalla Specchia megalitica, in catasto riportata al foglio mappale numero 9, sulla messeria del confine fra le particelle 47 e 48.
Nello stradario comunale trovasi al termine della via Specchia, la particella mappale numero 49 che la separa dalla via Vicinale della Specchia. Il tracciato trapezoidale di quest’ultima via segue quello della muraglia messapica del 1000 a.C., alcuni tratti della quale esistono ancora oggi costeggiati dalla attuale via Salomi. La muraglia prosegue fino all’altroinsediamento umano preistorico di Specchiarosa.
L’Epoca Romana
L’epoca romana del primo secolo, e la precedente epoca messapica non ebbero soluzioni di continuità geografiche e umana. Lo testimonia appunto l’area archeologica fra le due specchie disseminata di trulli megalitici troncoconici del tipo dei nuraghe sardi, considerati dalla scienza patrimonio dell’umanità.
La Diga Romana resta però il segno più evidente di quell’epoca.
I resti di essa sono ancora visibili sul costone della Serra in cima all’attuale via Fontana che prende il nome dalla fonte le cui acque raccolte nella diga vennero fatte scorrere fino alla Terra Centuriata, sede del Centurione VILIUS, per irrigarla a fini agricoli.
La Terra Centuriata
La terra centuriata di circa 50 ettari, comprendeva la fertile pianura fra la Serra e l’attuale Montefusco, subito a valle della Ferrovia, dove ancora oggi sono visibili i resti della muraglia settecentesca che ne delimitava il lato posteriore.
Il lato anteriore coincideva con l’attuale via Corsica sulla quale ci fu la residenza romana, divenuta in seguito il castello normanno compreso nella Contea di Lecce.
Il castello venne ristrutturato e trasformato in Palazzo signorile dal Barone Pasquale Maiorana, detto il Caffariello, celebre musico e uomo ricchissimo, che acquistà il feudo e il titolo di Duca nel 1759.
Gli altri due lati della terra coincidevano con le attuali via Roma e via Vecchia per Lecce.
Questa terra, nel secolo XIX venne coltivata a vigna e prese il nome di Vigna del Pozzo, in quanto vi si trovava il principale pozzo artesiano che d’estate dava un poco d’acqua al paese assetato.
Galugnano
Le origini si perdono nella notte dei tempi: così l’Arditi “Credesi fondata dai Greci-Iapigi nell’anno del mondo 2000”.
Il Tasselli asserisce “…Licio Idomeneo…. secondo il Galateo de situ Iapigie…edificò la bella città di Lecce nell’anno 2708 dopo la creazione del mondo” a questo si rifà il Prof. Saverio La Scorsa “Odiato da tutti – Idomeneo – ….dopo vario errare toccò le coste della Iapigia dove fondò Lecce e forse anche altre città del Salento, come Castro, Galatina, Diso, Nardò, Soleto e Galugnano”.
Giovanni Colella invece sospetta: “…Quanto a Galugnano il paese è chiamato Gallunium in una carta greca del 1401…. Se da Gallunium si è fatto Galugnano, non è improbabile che Galunius (forse il bizantino FccXoòvto4) sia stato un nome greco.” Ed ancora, cavalcando la teoria che i casali col nome terminante in “ano” siano da attribuire ai maggiorenti romani ai quali erano stati assegnati, asserisce che Galugnano derivi dal nome romano Galonius, e conclude dicendo che in altri documenti così è citato: Galugnanus (Archivio di Stato Napoletano), Colognano (Cinquecentesca carta Castaldina).
Da aggiungere che nel cinquecentesco palazzo baronale una scritta estemporanea lo cita come Cainayanon. Termine usato in una sorta di dialetto grecanico?
Il suo stemma araldico vanta un gallo ardito posto su un ceppo di colonna sovrastato da tre stelle sfalsate a sei raggi, la centrale, più in alto delle altre due parallele, è una cometa.
Così le successioni feudali: 1192 Tancredi d’Altavilla dona Galugnano a Giorgio Remanno. 1285, Carlo II D’Angiò lo assegna ai Dell’Acaya. Il 6.10.1621 Dell’Acaya passano la mano allo spagnolo Ramirez Dellanos, questi il 15/03/1621 vende la baronia al genovese Nicolò di Andrea Levanto. I Levanto a loro volta il 9/05/1695 rivendono all’illuminato nobile leccese Geronimo Massa. I Massa rimangono signori e padroni sino al 1810 quando i decreti napoleonici aboliscono le baronie, gli stessi decreti che aggregano l’Università di Galugnano a quella di San Donato di Lecce, tale aggregazione rimane sino al 1865 quando la ristrutturazione territoriale voluta dai Savoia con l’Unità d’Italia riduce Galugnano al rango di frazione di San Donato di Lecce.