Convento dei frati Minori Conventuali
Il complesso architettonico risale al 1400 e comprende, oltre alla cripta, una chiesa subdivo dedicata a Santa Maria di Veglie, la cui immagine affrescata in stile bizantino era venerata dai fedeli contro il male del “favismo”: perciò il complesso cultuale fu intitolato “Madonna della Favan”. I frati francesca arrivano a Veglie nel 1579 con il beneplacido dell’arcivescovo di Brindisi e su indicazione dell’Università di Veglie.
Una ristrutturazione radicale fu eseguita nel 1651 dall’architetto fra Tommaso da Crispo. Nel 1700 la comunità francescana ebbe un grande sviluppo tale da essere considerata tra le più importanti della provincia di San Nicola. Chiuso al culto nel 1809, fu riaperto nel 1837 con relativo seminario serafico guidato dal vegliese padre Carmelo Frassanito, ministro provinciale. Definitivamente chiuso nel 1866, con la seconda soppressione degli ordini religiosi, venne incamerato dallo Stato che lo mette in vendita nel 1874. All’asta pubblica partecipa anche il sindaco Cosimo Verrienti, per conto del Comune di Veglie, che se lo aggiudica per il prezzo di lire 930. Abbandonato a se stesso, gran parte del convento crolla agli inizi del XX secolo. Solo in questi ultimi anni, un’attenta opera di restauro, ha riportato quasi del tutto l’intero Complesso all’antico splendore. Il chiostro, il pozzo, gli affreschi del refettorio, le cornici e le chiavi di volta sono riemersi offrendo al visitatore una visione, sebbene parziale, degli antichi spazi conventuali.